Esattamente 60 anni fa, il 21 ottobre 1960, “Ben Hur” arrivò per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane. Il kolossal di Hollywood diretto dal maestro statunitense William Wyler (1902-1981), tre volte Premio Oscar per la miglior regia, fu girato in gran parte in Italia, soprattutto a Cinecittà, tra il 18 maggio 1958 e il 30 gennaio 1959. La première del leggendario film si tenne a New York il 18 novembre 1959 e nelle settimane successive la pellicola fu distribuita nei paesi di lingua inglese. L’Italia fu uno degli ultimi paesi occidentali a proiettare il capolavoro del cinema epico in costume, confermando anche da noi lo straordinario successo di pubblico al botteghino: lunghe code si registrarono nel primo fine settimana di uscita, in particolare a Roma e Milano.
“Ben Hur” è uno dei più grandi e premiati successi della storia del cinema (ottenne ben 11 Oscar, mantenendo questo record per 38 anni, fino all’uscita di “Titanic” nel 1997), girato per volontà della Metro-Goldwyn-Mayer, all’epoca sull’orlo della bancarotta, per risollevare le sue pericolanti sorti finanziarie.
Fu il produttore Sam Zimbalist a scegliere il romanzo “Ben Hur” (1880) dello scrittore e diplomatico statunitense Lew Wallace (1827-1905) per farne il film in peplum, cioè in costumi d’epoca romana, più visto di sempre. Protagonista della trama è Ben Hur (interpretato da Charlton Heston, che ottenne l’Oscar per il miglior attore), un ricco ebreo che, al tempo della dominazione romana in Palestina, viene adottato da un patrizio romano cui aveva salvato la vita. Tornato in patria, recupera i beni che gli erano stati tolti e, convertitosi al cristianesimo, li impiega a favore della nuova religione.
Zimbalist affidò la regia del colossale progetto a William Wyler, già acclamato regista di “Vacanze romane” (1954), che ben conosceva la Capitale italiana. Pur di assicurarsi Wyler, Zimbalist non esitò a offrirgli un ingaggio di un milione di dollari: fino ad allora nessun regista era stato mai pagato così tanto.
La produzione partì così per Roma per i sopralluoghi negli stabilimenti cinematografici di Cinecittà. Per girare “Ben Hur” vennero utilizzati 300 set diversi, tratti da 15.000 bozzetti preparatori, che coprirono oltre un milione di metri quadrati negli studi romani. Furono necessarie 8.000 comparse (tra di esse tra i pochi testimoni ancora in vita l’attore Lando Buzzanca, all’epoca 23enne, che indossò i panni di uno schiavo ebreo) e 40.000 tonnellate di sabbia trasportate dalla spiagge del litorale laziale.
Come direttore artistico del film venne scelto Edward Carfagno, che soggiornò a lungo a Roma per fare alcuni sopralluoghi. Per realizzare la battaglia navale in cui Ben Hur salva la vita al console romano Quinto Arrio caduto in mare, Carfagno commissionò ad Arnold Gillespie, responsabile degli effetti speciali della Mgm, la costruzione di un’ampia vasca e la realizzazione di enormi modellini delle galee romane.
Lo stadio delle corse, protagonista di una delle scene più memorabili del film, fu motivo di controversia tra gli archeologi consultati dalla Mgm. Alla fine la produzione fece costruire un circo fuori Roma per girarvi le sequenze della corsa delle quadrighe. Il circo venne costruito sopra una distesa sabbiosa, sullo sfondo della quale era visibile in lontananza Roma.
Il sottotitolo del film, “A Tale of the Christ” ovvero “Un racconto del Cristo”, è dovuto al fatto che tutta la vicenda si svolge al tempo e nei luoghi in cui si svolse la storia di Gesù Cristo, che, interpretato da Claude Heater, compare tre volte senza mai essere mostrato in volto. Il kolossal venne presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1960. (AdnKronos)